La storia riemerge dal mare pontino: trovati diversi reperti a Ventotene
Le acque di Ventotene continuano a restituire le testimonianze di antiche civiltà. Sono ben sette i reperti archeologici recuperati, tutti pezzi appartenenti a navi di varie epoche.
Il ritrovamento è avvenuto al largo dell’isola, ad una profondità di circa 40 metri, i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma e del Nucleo Subacquei di Roma hanno individuato e sottoposto a rilievi metrici e fotografici alcuni reperti di elevato interesse storico-archeologico. I militari, dietro la segnalazione e la guida di un esperto sub del posto, sono stati coordinati da funzionari archeologi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti, diretta da Paola Refice.
Si tratta, nel dettaglio, di un’ancora in pietra di forma ovale, di sessanta centimetri di lunghezza. Secondo gli esperti che hanno potuto esaminare il reperto archeologico, l’ancora apparteneva ad una nave risalente al periodo compreso tra il VI e il IV sec. a.C.; un ceppo di ancora in piombo della lunghezza 65 centimetri e una contromarra in piombo della lunghezza 47 centimetri, facevano parte della stessa ancora in legno che purtroppo non si conservata, verosimilmente appartenente ad una nave romana risalente al periodo compreso tra il III sec. a.C. ed il I-IIsec. d.C.; un ceppo di ancora in piombo della lunghezza di 51 centimetri interessato da processi di ossidazione e corrosione, saldato ad un’ancora di “tipo ammiragliato” in ferro con barra mobile della lunghezza di un mentro e mezzo ed un’ancora di minori dimensioni, tutte verosimilmente appartenenti al medesimo relitto di nave romana di epoca imperiale (I-II sec. d.C.); un’ancora di “tipo ammiragliato” in ferro della lunghezza di quattro metri proveniente da relitto moderno; un’ancora di “tipo rampino” della lunghezza di tre metri proveniente da relitto moderno. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti, attraverso il suo Servizio di tutela subacquea, ha stabilito di valorizzare il contesto archeologico in situ, secondo le recenti indicazioni Unesco in merito al patrimonio culturale subacqueo.
Sono varie le campagne di scavo subacqueo che si sono susseguite negli anni . Una delle più proficue fu quella del 2009 condotta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e la Fondazione americana Aurora Trust, Ocean Exploration and Education Tru. Un accordo di collaborazione che si prefiggeva di indagare il mare intorno alle isole di Ventotene e Santo Stefano seguendo le linee di un progetto volto alla individuazione di eventuali relitti storico archeologici ed alla loro tutela essendo Ventotene un probabile centro di rotte commerciali antiche. Una campagna di scavo che si è munita delle più avanzate tecnologie, caratterizzata da una prima fase è iniziata con una scansione dell’intero perimetro dell’isola utilizzando un Side Scan Sonar che ha rivelato una serie di interessanti “target” che sono stati processati ed analizzati a cura del responsabile scientifico dell’Aurora Trust, del dottor Timoty Gambin. Un metodo di ricerca che permise di individuare 5 imbarcazioni di età romana, rinvenute, con il loro carico intatto di anfore e vasellame, l’attribuzione cronologica va dal I secolo a.C. al IV secolo d.C.