Viaggio d’inverno sull’Isola di Ventotene
Nell’ultimo anno ho volato per ben 56 volte su aerei di ogni genere, ho visitato almeno 10 paesi diversi in due continenti, ho vissuto per un mese a Santa Barbara, nel cuore della California, ho abitato a Cambridge studiando nella migliore università al mondo, ma… Amici, le emozioni che il breve viaggio presso la splendida Isola di Ventotene mi ha regalato sono diverse dal resto, uniche ed incontaminate.
Il senso di pace che si avverte passeggiando d’inverno, in una giornata di sole, tra le silenziose strade colorate, riempie l’animo di grazia e restaura una primitiva armonia. Lo stretto contatto con la natura è inevitabile, solo impercettibilmente contaminato dai frenetici ritmi di un incontrollabile progresso tecnologico.
I volti delle persone che incontri nei pochi bar dell’isola, sono serenamente temprati dal lavoro, da quella lotta genuina per la sopravvivenza che tanto nobilita l’uomo. Vecchi signori, principalmente marinai, che vivono di poco, ma soprattutto adorando quel poco, elevandolo a ricchezza da custodire con rispetto. Hanno storie da raccontare, storie reali di vita, a cui sovente aggiungono un pizzico di finzione per impressionare chi ascolta. Storie vive, fatte di avventure; enormi pesci pescati, pericoli scampati, bombardamenti, vite salvate, burrascosi mari navigati…
Storie ben diverse da quelle che mai potranno raccontare quei piccoli uomini o quelle piccole donne poco ribelli, che troppo tempo passano a cercar di tirar fuori qualcosa dai loro computer; qualcosa che spesso è completamente inutile in termini di reale miglioramento della propria esistenza, e di quella degli altri.
Ventotene è piccola, così piccola che si può circumnavigare in meno di un’ora, e percorrere a piedi in un mattino. E proprio questo è il suo segreto, che proverò a spiegare.
Il sentimento di stretto, accompagnato alla spiacevole eventualità di non avere a disposizione abbastanza cose da fare, sempre più si annida tra la gente, seduto comodo in compagnia della fretta e dello snervante bisogno di non annoiarsi. Ecco perché le persone non sanno più star ferme, stare in silenzio ad ascoltare, stare sole con se stesse. Quasi hanno paura. E non per ultimo, molta gente non riesce più a vivere relazioni che siano unicamente nutrite dell’energia che esse stesse producono, senza dunque sovrastrutture, artificiali contorni ed ambienti appositamente costruiti per tener viva l’illusione che tutto proceda per il verso giusto. L’illusione che si sta esplorando, che si sta amando, che si sta vivendo; l’illusione, appunto.
Ventotene, in quest’ottica, è una cura. Ti costringe a fermarti, a guardare e riguardare le cose che ti circondano, poche ed essenziali; il mare, le barche, la spiaggia, le persone, magari un amore. Ti costringe ad apprezzarle.
È il silenzio che domina, musicato da mare e gabbiani, e non c’è nulla di artificiale che possa riempirlo. Bisogna star zitti, oppure trovare il coraggio di Parlare.
Quel parlare di verità, di vita, di nobile leggerezza, che tanto si discosta dal comune parlare del nulla. Quest’isola ha il potere di condurti con naturalezza all’indagine di te stesso, delle tue forze e delle tue paure. Ti aiuta a conoscerti, a conoscere la persona (o le persone) con cui viaggi.
Ti dà l’occasione di ascoltare storie, di inventarle, di viverle.
Ventotene è una splendida perla nel mare.